Silvia Ghisio

Come definire, riconoscere e misurare la gentilezza al lavoro | Soft Skill

Come definire, riconoscere e misurare la gentilezza al lavoro | Soft Skill

Come definire, riconoscere e misurare la gentilezza al lavoro | Soft Skill



La gentilezza è una soft skill fondamentale nel lavoro e per la vita, siamo tutti d'accordo.

Se ne parla sui social network e piace tantissimo! 

Si tratta di un’attitudine, un atteggiamento, una disposizione, un comportamento o comunque un modo per relazionarsi in maniera positiva con i colleghi, i clienti e i collaboratori e per deformazione dico la mia.
Da qualche tempo infatti scrivo e racconto di competenze soft e non mi piace solo parlarne: affinché una caratteristica personale si possa considerare una competenza serve un contesto dove esprimerla, altrimenti rimane un tratto della persona, un’abilità, oppure un potenziale inespresso. 

Secondo te, ad esempio,  ha senso inserire la gentilezza nel curriculum vitae? 

A mio parere no perché come ogni altra caratteristica osservabile nell’interazione, la si vede. 

I miei due centesimi sul fatto di inserire le soft skills nel cv derivano da oltre dieci anni come addetta, manager ed hr business partner di un’agenzia per il lavoro, dove - quando non esistevano gli algoritmi ho “screenato” tanti ma tanti curriculum, ho ideato ed erogato assessment center comportamentali e attitudinali per diverse grandi aziende a supporto dei processi di selezione dei neolaureati, ho addirittura istruito un gestionale a riconoscere le esperienze presenti in un documento allegato, in relazione alla classificazione delle competenze come da borsa continua nazionale del lavoro; insomma ci ho lavorato. 

A mio parere non ha senso scrivere sul cv le competenze soft, come ad esempio “gentilezza”, “empatia”, “team player” bensì potrebbe avere senso inserire dove queste competenze si siano manifestate.  A fine articolo trovi diversi link sull’argomento. 

Se ti fa piacere inserirla fallo ed aspettati domande di approfondimento sugli episodi in cui ti sei comporta* con gentilezza oppure non sei riuscit*  [si tratta della tecnica B.E.I. - behavioural events interview - ovvero il selezionatore chiede di raccontare un episodio specifico, ad esempio l’ultima volta che grazie alla  gentilezza hai ottenuto la collaborazione di un collega, e poi aspettati ulteriori domande per comprendere meglio cose utili a conoscere in maniera più approfondita il tuo stile di comportamento al lavoro, oppure il fit con il ruolo per il quel ti stai candidando.]

Torniamo alla gentilezza [e alle mie deformazioni professionali….].

A quali caratteristiche è correlata? 

Si può dire che si tratti di un bagaglio personale appreso nel proprio ambito sociale di appartenenza. 

 Possiamo considerare la gentilezza come BUONA EDUCAZIONE, ad esempio.
La buona educazione è correlata alla forza del Super Io ed è misurata dal test fattoriale di personalità 16PF (Krug e Johnes 1986) ed è un test ancora molto usato in selezione.

In alcune scuole italiane e non solo in Danimarca si attuano da tempo progetti per educare i ragazzi ad essere gentili, a rispettarsi a tutto vantaggio della buona convivenza e del buon clima. Sapevate?

E in azienda voi vi siete attrezzati?

Ho provato a definire le gentilezza come competenza: 

ovvero la 

“capacità di relazionarsi con rispetto, accoglienza ed empatia con le persone in generale e con i colleghi in ambito lavorativo nello specifico, magari anche quando situazioni di stress e cambiamento potrebbero far perdere il controllo sulle proprie emozioni.”


Ti torna? 
In azienda infatti non possiamo limitarci al “garbo, o cortesia” di superficie, sei d’accordo? 


La gentilezza quindi implica la capacità di riconoscere e gestire i proprie ed altrui stati d’animo e di agire tenendone conto, dal mio punto di vista.

Credo anche che introdurre assessment che ne misurino anche solo indirettamente tratti, disposizioni, comportamenti e competenze sia altrettanto importante per non correre il rischio diventi la moda del momento svincolata dalla prassi. 

Poi certamente si tratterà di definire i comportamenti osservabili che denotano la presenza della competenza. 

Una delle dimensioni misurate dal BFQ - test di personalità - è l'amicalità definita dalla dimensione comunemente indicata come la gradevolezza inverso di ostilità (Mc Crae e Costa 1987, Digman, 1990). 
Le persone che ottengono punteggi alti in tale dimensione tendono a descriversi come cooperative e cordiali, altruiste, amichevoli, generose ed empatiche, ad esempio. 

Scoraggio un pò l’uso dei test di personalità in aziende dove non sia già presente una gestione manageriale strutturata e basata su competenze, tratti e disposizioni collegati a profili e gestione, per non correre il rischio di affidare ad uno strumento pesi sulla valutazione non correlati al consapevole utilizzo dello strumento. 

Un test da solo infatti non può bastare per conoscere una persona o per valutare la sua idoneità. Offre certamente molti elementi qualitativi e poi le caratteristiche che emergono vanno sempre completate con un colloquio strutturato e specifico.

Se si utilizzano strumenti di assessment poi è necessario saper osservare i comportamenti che rendono evidente la manifestazione di tratti  quali competenze.

A questo link trovi una personale mappatura di test psicometrici attitudinali, comportamentali, di personalità da utilizzare in selezione o in ogni fase valutativa delle potenzialità della persona 


Il tema della valutazione è molto attuale e condivido spunti che forse possono risultare di interesse per i lettori che hanno la responsabilità di scegliere e far crescere le persone al lavoro. 


Esiste anche uno strumento per misurare l’intelligenza emotiva, una delle competenze apparse come quelle più ricercate nel 2020.

Ho provato personalmente il Teiq di Thomas International [ e poi mi sono anche certificata perché l’intelligenza emotiva è ciò che a mio parere fa la differenza..] che misura i tratti dell'intelligenza emotiva secondo quattro categorie definite ‘Fattori’ che aiutano a riassumere i punteggi delle persone su 15 differenti aspetti.


I quattro fattori 
  • benessere, 
  • auto-controllo, 
  • emotività 
  • cordialità
dal mio punto di vista potrebbero essere correlati con la gentilezza. 

Gli elementi che compongono il risultato finale di valore “intelligenza emotiva” sono tutti fattori molto importanti da conoscere, sia per le persone che per le aziende. Ne scriverò.

Se invece pensiamo alla "gentilezza" come cordialità è possibile ricercarla nelle persone con profilo DISC "ID" - dove I sta per influenza e D per dominanza. 



Il WEF - World Economic Forum di Davos - l’annuale appuntamento ed empatia e intuizione sono anche fra le cinque caratteristiche che sono risultate correlate con la capacità adattive per i nuovi scenari di business sostenibile oggi.

La nuova leadership secondo Accenture deve essere tra le altre dimensioni empatica e intuitiva, umile e capace di generare fiducia e impatto inclusivo attraverso le proprie azioni.

Molto dipende dal contesto azienda: favorire la situazione di comportamento ideale delle persone perché spesso si rileva un cambiamento adattivo del proprio stile ideale per effetto dell’ambiente azienda e quindi anche una persona predisposta per essere gentile, sarà forzata ad assumere atteggiamenti ritenuti adattivi nel proprio contesto, magari manifestando sintomi di stress…

Sotto pressione al lavoro, o in situazioni percepite come stressanti dal soggetto, le persone modificano il loro comportamento come risultato adattivo nel loro ambiente  di lavoro specifico.

Anche una persona tendenzialmente cordiale, gentile, accogliente e attenta alle relazioni, potrà cambiare il proprio comportamento se in azienda vengono promossi altri stili di relazione.

Sottolineo l’importanza del contesto perché è una variabile fondamentale che influisce sull'efficacia professionale. 

Quindi oltre a ricercare, definire, misurare e osservare la soft skill "gentilezza" nelle persone, in azienda ci si dovrebbe interrogare circa quanto i valori, il clima e lo stile manageriale favoriscano o meno l'espressione di tale attitudine, tratto o comportamento della persona. 

Forse potremmo anche chiederci quali altri fattori organizzativi possano favorire il proliferare di comportamenti gentili e utili alla crescita. 

Sarò felice di ricevere commenti, spunti o evidenze sul tema.

Mi trovi attenta, appassionata e felice di collaborare.
Buon lavoro!

Silvia Ghisio
energiaPura - il lavoro sostenibile

Psicologa del lavoro, dopo la laurea e l’abilitazione ho lavorato in consulenza di direzione per diversi anni prima di entrare in azienda a crescere come responsabile employer branding, HRBP per poi passare alle relazioni sterne e agli eventi corporate. 
Del resto ero molto indecisa fra le risorse umane e il marketing, mia grande passione da sempre! Ho frequentato il master in digital e social Hr management della business School del Sole 24 Ore nel 2017 e non smetto di apprendere.
Sono certificata Thomas International per l’utilizzo di alcuni test psicometrici

PPA: personal profile analysis, l’assessment comportamentale su base disc che in pochi minuti ti restituisce il tuo stile personale al lavoro dal 2018

TEIQ: il test di personalità che descrive i tratti di intelligenza emotiva, oltre a due importanti fattori indipendenti: l’auto motivazione e l’adattabilità, oggi più che mai importante tratto evolutivo.
Li utilizzo in consulenza di direzione e di carriera.



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Articolo pubblicato la prima volta il 24 gennaio 2020 su Linkedin

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