Silvia Ghisio

Tu vali

Tu vali

Tu vali



In questi giorni di frenesia, saluti, feste, telefonate, mi trovo - come molti - ad incontrare amici, colleghi, clienti e partner, di corsa e fra le diverse notifiche che arrivano in contemporanea su dispositivi sincronizzati.
Non ho ancora confezionato i pochi doni per i miei cari, ma un piccolo pacchetto l’ho preparato prima di una colazione di saluti.
Ho inserito una piccola base di legno con la scritta “Ricorda che Tu Vali” e mi ha commosso poi fatto sorridere per diversi motivi.
Innanzitutto mi ricordava lo slogan di un famoso brand di prodotti cosmetici.
Poi mi ha ricordato quando la mia amica Chiara – che si pronuncia con la V al posto della R – ma che oggi non pronuncia più il suo nome -  un giorno lontano mi scrisse via sms: “ricorda che tu vali”.

“Insomma cara Chiara mi sei venuta in mente perché ho continuato la “nostra” tradizione perchè ora c’è bisogno di riprenderlo quello slogan, con vigore.
Nel frattempo nel mondo sono successe diverse cose che tu avresti saputo sicuramente meglio interpretare e scrivere, fatto sta che per quel che è il “mio” ti dico che saranno in molti ad avere bisogno di sentirselo ricordare.
Perché in questi mesi e ultimi anni, ad esempio sempre più persone, come noi, cioè come me...  fra i 40 e i 50 stanno avendo difficoltà coi loro ruoli attuali e sempre più persone perderanno il lavoro, sempre meno persone fra chi c’è l’ha - invece – rientra a casa col sorriso la sera. E allora cara amica, volevo dirtelo, mi è venuto spontaneo passare il testimone, tramandare quel gesto strepitoso e semplice, carico di affetto e quindi efficace.
Perché, come sappiamo, il lavoro è una cosa e il valore delle persone un’altra.
Anche se il lavoro aiuta a capire chi sei quando sei più giovane, a capire fin dove puoi arrivare, a darti delle risposte e delle conferme. Il lavoro ha a che fare con l’identità e anche con il coraggio, come sappiamo. Porterò avanti il tema della valutazione delle prestazioni anche per questo.
Affinchè ogni persona sia rispettata per quello che è.
Affinchè sul lavoro viga il principio etico di valutazione della prestazione circostanziata, strutturata e resa oggettiva dall’utilizzo di sistemi formalizzati, condivisi e trasparenti.
Affinchè nessuno si senta sminuito nel proprio valore come Persona perché in azienda non c’è più spazio per Lui o Lei.

Questo è il primo articoletto che scrivo da un posto nuovo e lo dedico a te che sei rimasta una sorella, almeno nel mio cuore. Non me ne vogliano le nostre.”

Auguro a tutte le persone di trovare qualcuno che spontaneamente e con affetto ricordi loro di ricordarsi di valere. E che si ricordino di quanto vale anche l’altro.
Auguro a tutti di sentirselo ricordare ogni tanto, o di dirselo o di farsi aiutare nel caso le circostanze avessero messo a dura prova il concetto.
“Tu vali, ricordatelo”
Appenditelo in cucina, sopra al frigorifero. “Io valgo”
In azienda invece, mi raccomando la cultura del feedback e valutate le prestazioni, non le Persone.
Le Persone apprezzatele per quello che sono e aiutatele, al limite, a lavorare bene insieme secondo sistemi di “regole” ed aspettative condivise.
E, Buon Natale,
Con affetto.

PS: il momento presente è qualcosa di importante e di intenso; il passato certe volte vale la pena di ricordarlo. Certe persone ad esempio, certe tradizioni. Perché se sono state importanti continuano a vivere e a produrre affetti ed effetti, e poi perché il valore di certi Angeli, va ricordato.
Adesso ripeti anche tu “Io Valgo”, la mia vita è preziosa. La Vita è bella. Il lavoro fa parte della Vita. E' una parte importante.

NB: anche Tu vali, si proprio Tu. Ricordatelo.

Ancora Buon Natale!
O Buone Feste, come preferisci.
Silvia



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