Silvia Ghisio

Fare il freelance non è fare un vero lavoro

Fare il freelance non è fare un vero lavoro

Fare il freelance non è fare un vero lavoro



"Il lavoro del consulente freelance non è un vero lavoro" - l’ho sentito dire proprio di recente e mi è venuto in mente di quando ho condiviso il mio diario della quarantena e chiedevo che differenza ci fosse, a parere dei lettori, fra la quarantena di un manager, di un imprenditore e di un freelance

A mio parere il lavoro è un concetto che va rispettato se abbinato a dignità, competenza e onestà, in generale. 

Poi in pandemia non ho trovato nessuna differenza:

anzi abbiamo scoperto che siamo tutti prima di tutto persone e poi professionisti.

Sei d’accordo anche tu? 


Ecco a mio parere è il più grosso BIAS [errore] che va subito scardinato, soprattutto se oggi hai un lavoro subordinato [il fatto di pensare che il lavoro del freelance non sia un vero lavoro]

Se invece sei un consulente sai già che

il “posto di lavoro" e la tua professionalità sono due cose diverse.


Ti torna?

A ventitré anni ho detto che 

la professionalità [non la persona] è il o prodotto da vendere sul mercato 

perchè avevo capito che il concetto di “

spendibilità sul mercato del lavoro”


o di emloyability - come ci piace chiamarla oggi - è qualcosa che dipende da diversi fattori: 

  • un pò interni: motivazione, tenuta, performance e capacità di execution
  • un pò esterni: capacità di identificare tendenze e bisogni del mercato, anticipare e intercettare potenziali clienti.



Di certo le diverse capacità sono da considerarsi tutt’altro che banali:


Bisogna essere molto consapevoli, bravi e confidenti per:
  • procedere in solitudine 
  • in assenza di un confronto sulla strategia
  • in assenza di supporto [i capi chiedono o offrono anche nel migliore dei casi]
  • in assenza di qualcuno che ti dica un "bravo" se stai facendo bene. 

Il Loneliness Index 2020 della società Cigna [nato dall'analisi di oltre 10.400 adulti] ha rilevato che il 61% dei lavoratori si definisce solo - nel 2018 era il 54% - quindi l'elemento solitudine è in crescita.

La capacità di lavorare in maniera autonoma e  di automotivarsi -  a mio parere  -sono i due elementi di criticità maggiore da considerare. 

Con Melania Pecoraro di MIURA abbiamo parlato di lavoro trasformato alla Milano digital Week e qualcuna delle capacità adattive che abbiamo sperimentato come singoli, in team e come organizzazioni durante il Lockdown pensiamo possano essere portate anche nelle fasi 3 e successive, perchè si può crescere anche in condizioni estreme.

Non credevo di trovarmi a dirlo .. personalmente ho sentito in più occasioni la mancanza di un capo a cui portare i risultati e a cui chiedere supporto nei momenti cruciali. 

Come ho fatto? ho chiesto aiuto alla rete 


 

A complemento delle attitudini da auto valutare in ogni profilo professionale e - del freelance - ancora di più  cito:

  • Autostima - importante per autoefficacia e correlata alla resilienza
  • Capacità di fare network - importante per branding
  • Tanta energia - ti torna? 
  • Capacità di leggere i dati - non puoi permetterti di non saperlo fare.

Non soo utili anche ai manager?  

Molti liberi professionisti di oggi non hanno in effetti scelto di creare la propria attività, spinti da una motivazione di proattività; lo hanno subìto.

Hanno messo sul mercato le loro competenze in consulenza come Piano B, in risposta ad una probabile esigenza contingente perchè non sono riusciti a ricollocarsi, soprattutto se over 40.

 
[ho scelto questa immagine perchè ho pensato a questa frase: sii come un fiore di loto che cresce nel fango e rinasce ogni giorno. La ripete spesso nei corsi di stress management - Credits to Unsplash] 

Non amo molto questo il termine "freelance" devo dire, forse perchè lo associo a pregiudizi e preconcetti: 


  • Non è che non è in azienda perchè non è capace? [la tenuta motivazionale e la capacità di resilienza sono parte fondamentale del lavoro del consulente che sa automotivarsi e rialzarsi dopo ogni no ricevuto / anche i tuoi commerciali hanno queste caratteristiche?]
  • Il freelance è come un mercenario [ chi si rende responsabile dei propri risultati è una persona che ogni giorno si crea le condizioni per pagarsi da solo lo stipendio / don dovrebbe essere così anche in azienda?]

  • Il freelance è un tuttologo [il consulente se è bravo, ha solide basi di preparazione teorica e solida esperienza e per lavoro spesso viene pagato anche per sua capacità di pensiero, che qualcuno dà per scontata / in azienda ha persone che ragionano come se l’azienda fosse loro?]
 

Un libero professionista è una persona che ha una competenza specifica e che la mette sul mercato perchè qualcuno ne ha bisogno ed è disposto a pagare per questo.
 
Se manca qualcuno di questi presupposti, non puoi vivere del tuo lavoro.

Mi spiego meglio: 
  • se sei bravissimo in qualcosa e nessuno lo sa hai un problema 
  • se sei bravissimo in qualcosa e in quel momento quella cosa non serve a nessuno hai un problema 
  • se sei bravissimo in quella cosa e tutti ne hanno bisogno ma nessuno è disposto a pagarti quel quello è un problema. 


Chi dice che fare il freelance non sia un vero lavoro a mio parere potrebbe sbagliarsi.



Possiamo giocare insieme a fare un profilo di ruolo del freelance? 

  • Qui ho scritto i miei dieci errori da freelance perchè andava di moda e per ricordarmi di imparare ogni volta.

  • In pandemia ho condiviso un diario della mia quarantena [per i curiosi è scaricabile qui] 

Possiamo dire che l’imprenditore o il manager abbia avuto meno paura di un freelance? forse si, al netto delle difficoltà generalizzate di questo periodo terribile.

Allora facciamoci una gentilezza

ascoltiamoci semplicemente di più e impariamo tutti insieme come continuare ad esistere.



Non esistono persone di sera A e persone di serie B a mio parere e non abbiamo bisogno di dimenticare tutta la solidarietà che abbiamo dimostrato in questo periodo. 



“I freelance, al netto delle difficoltà che tutti hanno patito durante questo periodo, hanno reagito bene alla pandemia. Questo perché sono una delle tipologie professionali meglio equipaggiate per il lavoro da remoto, sia per le competenze culturali sia per quelle operative.
In primo luogo sono già abituati a lavorare per obiettivi e a organizzare in maniera autonoma tempo e priorità, che sono i due ingredienti essenziali per effettuare il lavoro da remoto con successo.
Oltretutto sono due competenze difficilmente improvvisabili dall’oggi al domani, perché necessitano tanto di una conoscenza di se stessi e del proprio funzionamento, quanto di un certo grado di studio e pratica per poter essere padroneggiati efficacemente

Cito le parole di Dario Albini che ho conosciuto in rete attraverso un suo contributo sul MBNEWS il giornale on line della rivista Monza e Brianza 

Fra i consigli sulle sue dieci cose da fare ogni giorno mi segno qui il 

"Considerarsi sempre il proprio primo cliente"


Questo concetto in un periodo di ripresa serve a mio parere tantissimo: non significa essere egoisti, significa mettersi in salvo per primi per poter aiutare gli altri: cosa che un consulente di direzione è abituato a fare, agile come un surfista!

Ho ripreso a scrivere qui perchè mi dispiace non avere una risposta per le richieste continue di aiuto a titolo di amicizia o a risultato e allora almeno avrò un articolo da inoltrare con qualche tips anche di altre persone. [appunto per me: scrivere di quando fai volontariato e quando no]


E, come dico sempre, ricordati che tu vali, si anche tu che hai letto sin qui.


Vali anche se fai il freelance: tantissimo!
Vali anche per la differenza che fa per qualcuno da cui ti sei fatto scegliere. 

C’è di cui essere fieri e soddisfatti ;)


Servisse aiuto per
  • consulenza di carriera 
  • Assessment di competenze e potenziale dei tuoi collaboratori 
  • Valutazione delle performance 
  • Formazione sulle soft skills, compresa l’intelligenza emotiva al lavoro

Pensa a quella psicologa che aveva la passione per i fiori.

#energiaPura è la mia attività di consulente di direzione e come psicologa del lavoro intervengo da oltre vent’anni su queste tematiche. 

Scrivo sempre volentieri panche per i miei clienti quando desiderano raccontare chi sono e per chi fanno la differenza.

Forza!!!! 

Silvia Ghisio 


In allegato il diario della mia quarantena come professionista. Sarò felice anche di conoscere il tuo vissuto. Scrivimi per raccontarmelo





Siamo già connessi?