Silvia Ghisio

A te

A te

A te




A te che stai aspettando che il tuo bimbo pronunci quel termine dolcissimo, a volte pesante.
A te che stamane sei uscita quando lui ancora dormiva e lo hai baciato in fronte respirando forte il suo profumo.
A te che sei in pausa e lo hai appena sentito, è dai nonni e non vede l’ora che tu torni. Ti si è acceso un sorriso.
A te che aspetti il momento giusto di dirlo, al tuo capo, che aspetti ancora.
A te che speravi in un momento “migliore” ma la vita sceglie lei a volte.
A te che la stai stringendo e le canti le canzoni antiche per farla addormentare.
A te che pensi di essere inadeguata perché non fai come faceva la sua di madre e non per questo sei sbagliata.
A te che la stai guardano con un amore che non avevi ancora provato, e che pensi al suo corpo diverso ma non per questo meno attraente.
A te che la incoraggi ogni giorno e la sostieni perché hai capito che sta facendo un lavoro importante: pone le basi perché vostro figlio possa crescere sereno.
A te che gli stai raccontando una fiaba e lo rassicuri che la mamma tornerà presto.
A te che hai scelto di non diventare mamma perché non te la sei sentita e non per questo ti senti in colpa.
A te che non saprai mai che cosa significhi avere la vita dentro ma che tutti i giorni fai crescere un po' chi ti circonda.
A te che oggi lo hai passato a piangere sui tuoi sbagli perché sei lontana da dove vorresti essere e ti riprometti di rispettare le regole, da oggi.
A te che sei con la bambina di lui e fai i conti con un sentimento che ti ha colta impreparata e non per questo ti sei sottratta a quell’abbraccio sincero.
A te che hai scelto la fedeltà all’azienda e ora ti mangi le mani perché il tempo non ritorna e nemmeno la sicurezza. Il tempo invece è passato e forse ormai è tardi.
A te che sorridi perché loro sono arrivati con dei fiori a prenderti a fine turno.
A te che non sai se stai facendo la cosa giusta ma ascolti il tuo cuore e vai avanti.
A te che sei terrorizzata all’idea di vedere quel risultato rosa.
A te che non hai potuto scegliere perché c’era bisogno di due stipendi.
A te che non saprai mai che cosa sarebbe stato guardarsi negli occhi e dirsi “facciamo un bambino”.
A te che stai aspettando e gli parli.
A te che sei ferita e oggi il tuo cuore sanguina.
A te che hai paura e che vorresti tanto averla ancora lì con te.
A te che hai dovuto scegliere di farlo accudire da altri e oggi ti senti in colpa più che mai.
A te che hai pensato almeno una volta che se siamo qui è perché qualcuno ci ha amati da subito.
A te che stai chiedendo il perché la vita a volte sia incomprensibile.
A te che i tuoi bimbi li vedi da lassù.
A te che loro sono tutto quello che hai.
A te che accudisci con dolcezza e rispetto quelli degli altri, per lavoro e per missione.
A te che hai letto sin qui e ti stai chiedendo perché io abbia scritto queste parole auguro almeno un attimo di gioia nel ricordo di quell’abbraccio profumato indimenticabile, di quel sorriso che rimarrà sempre dento di te, anche con le proprie contraddizioni.
Di mamma ce n’è una sola, di capacità di amare incondizionatamente se ne trova in giro per il mondo.
Iniziamo noi, qui adesso.

Un po' di amore disinteressato; ora.
La festa della mamma è tutti i giorni.
Grazie, mamma Silvia.




Siamo già connessi?